Ossi di seppia
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpiNelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
m entre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglioin questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Eugenio Montale
non c'è rosa senza spine By GiuMa
MERIGGIO
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi…
Tra le 10 citazioni che ho scandito finora il nostro intinerario nel fluire dell’anno non potevano mancare questi celebri versi degli Ossi di seppia (1925) di Eugenio Montale.
Essi rappresentano in poche parole vibranti un’esperienza sensoriale e spirituale che potremo ripetere anche noi in un pomeriggio estivo come quello odierno che scandisce l’inizio dell’estate, nel silenzio esteriore e, sopratutto nello spaziobianco dell’anima…
21 Giugno Pag.195
Breviario dei nostri giorni.
Gianfranco Ravasi
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
m entre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole…
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